Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano.

Il prodotto arricchisce l’ampia e articolata produzione dell’Istat attraverso la proposta di 120 indicatori, raccolti in 19 settori, che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alle infrastrutture, alla finanza pubblica, all’ambiente, alle tecnologie e all’innovazione. Così si legge nella Nota Stampa diffusa da Istat il giorno del lancio.

Alcuni dati afferenti e significativi per la tutela e promozione dell’infanzia e dell’adolescenza:

 Servizi pubblici per l’Infanzia: nel 2011 scende, seppur in misura lieve (-0,5 punti percentuali rispetto al 2010), la percentuale dei bambini che utilizzano servizi pubblici per l’infanzia (13,5 per cento nel 2011). La distribuzione sul territorio nazionale è molto disomogenea, con ampi divari tra il Nord – Est (19,2 per cento) e il Mezzogiorno (5,0 per cento). A livello regionale, si passa dal 2,5 per cento della Calabria al 26,5 per cento dell’Emilia Romagna.

 Ambiente: nel 2013 il 36,7 per cento delle famiglie italiane segnala problemi relativi all’inquinamento dell’aria nella zona di residenza e il 18,7 per cento lamenta la presenza di odori sgradevoli. Sul territorio, il Nord – ovest si caratterizza per percentuali più elevate di famiglie che segnalano entrambi i problemi.

 Dispersione Scolastica: sono oltre due milioni i giovani 15-29enni (il 23,9 per cento del totale) non inseriti in un percorso scolastico e/o formativo e neppure impegnati in un’attività lavorativa. Si tratta di un valore fra i più elevati in Europa. La differenza fra i generi mette in luce una incidenza dei Neet più elevata fra le ragazze, si amplia inoltre lo svantaggio del Mezzogiorno. Solo il 6,6 per cento degli adulti è impegnato in attività formative, un valore che evidenzia il ritardo
dell’Italia in materia di apprendimento permanente.

 Condizioni economiche delle famiglie: nel 2011 circa il 58 per cento delle famiglie residenti in Italia ha conseguito un reddito netto inferiore all’importo medio annuo (29.956 euro, circa 2.496 euro al mese). La più alta diseguaglianza nella distribuzione del reddito è in Campania mentre in Sicilia si registra il reddito medio annuo più basso (oltre il 28 per cento in meno del valore medio italiano). Nel 2012 il 24,9 per cento delle famiglie residenti in Italia presenta almeno tre delle difficoltà considerate nel calcolo dell’indice sintetico di deprivazione, una quota in aumento rispetto all’anno precedente.

 Per approfondimenti sul tema:

Misure generali di implementazione della CRC – Raccolta dati